Ce lo insegnano fin dall'antichità le donne Giapponesi
Questa specie di piante erbacee perenni fa parte della famiglia ben nota delle Aracee a cui appartengono per esempio anche la calla e la pianta spontanea italiana Arum italicum.
Il genere Amorphophallus è costituito da circa 200 specie provenienti dall’Asia e dall’Africa tropicali, alcune delle quali rientrano tra le più spettacolari piante con fiore.
L’ Amorphophallus titanum
è spesso detto, ma impropriamente, il fiore più grande del mondo, e
sicuramente quando è in fiore presso qualcuno degli orti botanici in
grado di coltivarlo, la notizia finisce sui giornali.
L’infiorescenza di questa erbacea gigante raggiunge due metri ed è davvero
spettacolare in tutti i sensi.
L’infiorescenza di questa erbacea gigante raggiunge due metri ed è davvero
spettacolare in tutti i sensi.
La pianta si sviluppa da un tubero che ha la forma di una mela gigantesca e può raggiungere parecchi chili di peso.
Dal suo centro emerge in primavera un’infiorescenza alta anche più di un metro e mezzo che impiega qualche settimana per svilupparsi completamente.
su uno stelo del diametro di tre a quattro centimetri si innesta uno spatice dello stesso diametro costellato alla base da tantissimi minuscoli fiori, non appariscenti, e avvolto da una spata che si allarga a forma di cono nel giro di pochi giorni, di colore e di consistenza somiglianti molto alla carne cruda.
Dal suo centro emerge in primavera un’infiorescenza alta anche più di un metro e mezzo che impiega qualche settimana per svilupparsi completamente.
su uno stelo del diametro di tre a quattro centimetri si innesta uno spatice dello stesso diametro costellato alla base da tantissimi minuscoli fiori, non appariscenti, e avvolto da una spata che si allarga a forma di cono nel giro di pochi giorni, di colore e di consistenza somiglianti molto alla carne cruda.
Del tutto appropriato è anche l’odore di questo “fiore”, un forte olezzo di carne selvatica, con il quale la pianta attira gli insetti che impollinano i piccoli fiori.

Una volta appassito il fiore, dallo stesso punto emergerà un’unica foglia: all’apice del picciolo lungo più di un metro e di colore verde screziato di marrone si aprirà un’unica foglia frastagliata che nel mondo anglo-sassone ha fatto conferire alla pianta il nome di “snake palm”.
Una volta arrivata a
maturazione la pianta viene estirpata, il prezioso bulbo viene tagliato
e la terra viene preparata per un nuovo seme.

La radice del Konjac racchiude un tesoro ricco di fibre solubili: il glucomannano.
Il glucomannano è
una fibra vegetale capace di assorbire fino a cento volte il suo peso in
acqua, grazie alla sua viscosità, dando origine a una soffice massa
gelatinosa.
Ciò provoca un effetto di sazietà immediato. Se consumato
con regolarità (4g di glucomannario/giorno) il glucommannano
contribuisce a stabilizzare il colesterolo, ovviamente nell'ambito di
un'alimentazione equilibrata.
In Asia il Konjac è comune quanto il riso, in corea de sud i bulbi vengono consumati come patate.
In Giappone ne fanno davvero un uso molto diffuso: farine, gallette, biscotti secchi e vermicelli di "KONNYAKU" chiamati anche "SHIRITAKI", che si trovano facilmente nei supermercati locali.
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